“Voglio fare un corso con te sulla scrittura giornalistica!”
“Sì, ma sei piccino: il corso è per le 4 e 5 liceo e tu ha appena cominciato la prima!”
Fu questo il primo colloquio con Enrico Galletti, all’epoca quattordicenne compagno di scuola di mia figlia e oggi giovane giornalista del Corriere della Sera che ha appena ricevuto la menzione della giuria del premio giornalistico Rossella Minotti, riservato a giovani giornalisti under 35 e promosso da Fnsi, Alg e dalla famiglia della collega prematuramente scomparsa nel 2019.
Quando lo incontrai, aveva scoperto che avrei tenuto un corso di approfondimento sulla scrittura giornalistica per chi si avvicinava alla maturità e non ci fu verso: Enrico si volle a tutti i costi iscrivere.
“Voglio fare il giornalista”, mi disse per convincermi ad ammetterlo e ok, un sogno nel cassetto ce l’abbiamo tutti. “Davvero! Non so da quando lo voglio fare”, aggiunse. “Non ho ricordi di quando non pensavo al giornalismo. Da piccolo papà, un giorno, mi portò a vedere una partita di calcio a San Siro, in tribuna. Rimase allibito perché la guardai tutta di spalle: restai tutto il tempo girato verso la tribuna stampa, incantato da quegli uomini con le cuffie in testa e il microfono”.
A vedere le partite non ci andò più. In compenso, testa china e giù a scrivere. La tecnica, prima di tutto: estrarre le idee, lasciarle fluire, organizzarle in una struttura logica e lineare; l’attacco, il corpo, la chiusa, per poi rifinire, tagliare, tagliare ancora, spostare e ascoltare ogni volta l’effetto che fa.
Il primo pezzo è un gioco di stile: scrivere un pezzo per un quotidiano a larga diffusione: in un paesino lecchese, due banditi bloccano un prete per impedirgli di celebrare le nozze di due ragazzi del paese.
Allenare il talento con costanza e umiltà è stato il suo scopo da sempre, in attesa del colpo di fortuna, che non tarda a venire. È un post dalla spiaggia, nella sua Sardegna, con due anziani, un amore e una sedia a rotelle; la notizia rimbalza e fa il giro dei social, diventando virale.
Poi, i primi pezzi letti e corretti la sera, l’iscrizione all’ordine a tempo di record, e il tesserino del giornalista prima della maturità, mentre arrivavano le prime collaborazioni col Corriere della Sera e poi quella con RTL102.5.
E il suo stile fresco, vivace eppure concreto mi lasciano ogni volta senza parole.
Oggi Enrico Galletti riceve la menzione della giuria del premio Rossella Minotti, riservato ai giovani talenti, “per la maturità giornalistica dimostrata malgrado la giovane età, soli 21 anni, avendo partecipato con gli articoli «La laurea accanto alla sorella malata» pubblicato in prima pagina dal Corriere della Sera e «Noi ventenni e i ricordi dei primi 20 anni del secolo. In quarta elementare scoprii che c’erano le lire» pubblicato sul Corriere.it.
E niente, ecco: un’altra volta, resto senza parole.
Enri, chapeau!