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Blocco da foglio bianco, addio!

9 Aprile 2024

Chi non ha mai avuto difficoltà nel cominciare a scrivere? Sei alla fine del tuo lavoro di indagine, ricerca e analisi, hai capito un sacco di cose e ti sembra di avere un sacco di idee da mettere, ora, nero su bianco. E niente: il foglio bianco ti inchioda e tu non sai da che parte cominciare.

Per liberare la creatività ognuno ha i suoi trucchi: c’è chi resta ore davanti alla pagina intonsa, chi comincia a scrivere qualcosa di diverso da ciò che dovrebbe scrivere. Io vado a camminare, o riordino casa o porto fuori il cane (quando mia figlia è da me con Baloo): allontanarmi dalla scrivania e stare in movimento mi aiuta a decomprimere i pensieri e a liberare le idee. È così che mi vengono le intuizioni. Il trucco sta nell’acchiapparle e registrarle da qualche parte! Normalmente, uso un quadernetto dove appunto qualsiasi cosa, oppure – soprattutto se sono fuori ufficio – registro un audio sul telefono, che riascolto con calma alla mia scrivania.

Scrivere non mi è sempre stato facile: le idee sciamano veloci nella testa e quando si tratta di farle uscire e di dare loro forma c’è sempre un momento di stallo, anche oggi, anche mentre scrivo questo post. Ma ci sono pratiche e tecniche che mi accompagnano da sempre. Te le racconto, così che tu possa provarle e farle tue, se anche per te funzionano.

Pensati scrittore o scrittrice. Indipendentemente da come scrivi, lo sei. A maggior ragione se sei un(’)assistente sociale! Sii presente in ciò che scrivi. Lo so che ti hanno ammorbato con la chimera della scrittura neutrale, ma le parole, in realtà, sono le chiavi con cui comprendiamo il mondo, rappresentano sempre le nostre idee e tutto è filtrato dalla nostra mente. Non c’è un’unica verità né una realtà oggettiva. Scrivere è sempre guardare le cose da un punto di vista e prendere una posizione rispetto a ciò di cui si scrive. Ciò che conta è saper guardare le cose da più punti di vista e poi saper scrivere in modo chiaro, completo, ben argomentato. Con consapevolezza e coraggio.

Approfondisci la materia. So che può sembrare banale ma più conosci il tuo argomento, meglio ne sai scrivere. Di più: quando la scrittura perde fluidità e si inceppa, in realtà ti sta rendendo il più prezioso dei servizi: ti sta suggerendo di fermarti e di approfondire meglio. Quello che non riesci a scrivere non è chiaro nella mente.

Pensa a chi leggerà. Chi è il tuo destinatario? Che cosa vuole, che cosa gli serve fra tutte le cose che sai tu? Per cosa gli o le serviranno? E poi, il destinatario è unico o ci sono destinatari secondari? Tutti devono poter capire e usare quello che scrivi.

Evita le interruzioni. Poche cose chiudono il processo di scrittura come le interruzioni. Ognuna ti riporta indietro al punto da cui sei partito. Se sei in fase creativa, anche solo per mezz’ora, stacca il telefono, le e-mail, Whatsapp. Aspetteranno.

Sviluppa il senso di disciplina. La scrittura di successo, più che dal talento, dipende dalla disciplina. Identifica un’area di miglioramento e una strategia di intervento. Ovviamente, puoi aiutarti facendo questo test o con i suggerimenti e gli esercizi nel libro Scrivere l’aiuto (se non l’hai letto, qui ti facilito un’anteprima). Poi lavoraci una settimana, senza deroghe: scrivere periodi brevi? Rinunciare ai cliché del burocratese? Evitare la deissi? Tu saprai. Io ti garantisco che in breve tempo avrai ampliato gli strumenti a tua disposizione e la fatica inziale sarà scomparsa.

Spiega a qualcuno, a voce, quello che stai cercando di scrivere. Se quel che scrivi ti sembra confuso, prova a raccontarlo a qualcuno. Spiegare a voce quel che vogliamo dire ci è molto più facile che scrivere; del resto, parliamo molto più di quanto scriviamo! Mentre racconti, lascia fluire i pensieri, come fai quando parli di questioni quotidiane. E, intanto che racconti, registrati. Poi torna alla scrivania e scrivi il tuo messaggio, proprio come lo hai raccontato a voce.

Scrivi il tuo obiettivo. Cosa vuoi ottenere con il documento che stai per scrivere? Che non significa solo che tipo di documento stai scrivendo: una relazione di aggiornamento, un’indagine sociale, un progetto. Significa identificare la meta verso cui ti muovi e che vuoi raggiungere scrivendo. “In questa relazione di aggiornamento voglio scrivere che negli ultimi tre mesi sono successe queste cose: …”, oppure “In questa indagine voglio mettere in evidenza che dalle informazioni che abbiamo raccolto e dai dati a nostra disposizione…”

Dichiaralo, mentre pensi a ciò che devi scrivere. O, meglio, scrivitelo. Su un foglio, a grandi lettere, piazzate lì davanti ai tuoi occhi, sulla scrivania o vicino allo schermo del computer. Solo con una chiara visione dell’obiettivo la scrittura diventa davvero uno strumento efficace, capace di farti evitare gli errori più grossolani, come formalismi e cliché del burocratese, o uno stile prolisso e involuto, una struttura mal organizzata, o un tono carico di rabbia o di frustrazione. O semplicemente l’uscita dal tema. Concentrati sul tuo obiettivo e su chi legge: la tua scrittura si modellerà, con il tono giusto, e in modo naturale. Diventerà semplice come parlare. La scrittura è efficace non solo quando comunica bene ciò che vuoi dire, ma anche quando aiuta a sviluppare un nuovo punto di vista sulle cose.

Dai le «carte». Se hai dei pensieri che non riesci a mettere sul foglio, scrivili su una serie di bigliettini. Un pensiero su ogni bigliettino. Poi sparpaglia i bigliettini sulla scrivania e decidi l’ordine in cui presentarli. Se devi scrivere una relazione, è molto efficace usare le carte dei personaggi, schede con il “profilo” di ogni persona che abita la storia di cui devi raccontare. Un po’ tarocchi e un po’ profiler alla Criminal Minds. Le trovi spiegate in questo articolo e ti garantisco che funzionano.

Non incaponirti. Qualche volta, le parole proprio non vengono. E più insisti, e meno riesci. È il momento di staccare. Allora stacca, alzati dalla scrivania, fai altro per un po’, poi torna a scrivere. Se devi scrivere testi lunghi e complessi, è un vero toccasana.

Lascia qualcosa per il giorno dopo. È lo stratagemma di Hemingway che era solito finire la giornata nel mezzo di una frase, o di un paragrafo. Ini questo modo, gli era più facile riprendere l’indomani, dando solo un seguito ai suoi pensieri, anziché pensare a una nuova frase o a un nuovo paragrafo.

Pensa di scrivere a una persona che conosci. Così abbatterai la barriera del tono freddo, impacciato e impersonale che si usa in genere con gli estranei.

Rompi gli schemi. Non sederti sulle abitudini. Se usi sempre il computer, riprova blocco e matita. Se usi delle frasi fatte, trite e ritrite (Rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti, si porgono distinti/cordiali saluti), trova formule nuove, fresche. Insomma, tieni allenata, la voglia di cambiare. E se vuoi, fammi sapere come va.

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