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Come gli occhi leggono un testo

Febbraio 26, 2008

Foto di Gianni Lo Giudice

Hai un testo (su carta o questo articolo, per esempio) e cominci a leggere. Come lo fai? Dai un’occhiata a quanto è lungo? Guardi le parole in grassetto e poi cominci da capo? Ne salti qualcuna o ti sembra di leggerle una per una?

Anche se ti sembrerà di scorrere il testo in modo fluido, non c’ è nulla di fluido e regolare nel percorso che gli occhi seguono tra le parole.

Uno studio condotto nel 2007 da Simon Liversedge dell’Università di Southampton, e illustrato al Festival della scienza della British Association for the Advancement of Science a York, ha dimostrato che sulla pagina scritta gli occhi si muovono in modo indipendente l’uno dall’altro.

Gli occhi procedono a saltelli intermittenti, detti saccadi, e inviano al cervello informazioni per sequenze di immagini scoordinate che poi dovranno essere tradotte in un flusso di parole dal significato coerente.

Gli scatti da una parola all’altra durano tra 20 e 35 millisecondi. Le pause, cioè le fissazioni, circa 250 millisecondi.

“Per quanto questa discrepanza possa sembrare piccola, in realtà rappresenta una sostanziale differenza per quanto riguarda l’esatto quadro del mondo che ciascun occhio invia al cervello”, spiega Liversedge.

Reicsi a lgegere qeul che srcivo in qeutsa rgia?

Non è tutto. Quando leggiamo un testo i due occhi mettono a fuoco due lettere a una distanza di due o tre caratteri l’una dall’altra. Addirittura, spesso le pupille si intersecano e compiono scatti da una parola all’ altra, saltando in media 6 o 7 caratteri alla volta.

Ma se i nostri occhi osservano due parti differenti di una stessa parola, ricevono informazioni differenti: come siamo dunque in grado di vedere le parole abbastanza chiaramente da leggerle? Per rispondere si può ipotizzare che a sistemare le cose sia il cervello, o che l’immagine proveniente da un occhio sia bloccata e che le due immagini vengano in qualche modo fuse insieme

Ecco perché riusciamo leggere una frase le cui parole hanno la prima e l’ultima lettera al posto giusto, mentre l’ ordine delle lettere intermedie è stato stravolto: la nostra rappresentazione visiva di un testo, infatti, nasce dalla fusione di due differenti immagini, ognuna proveniente da uno degli occhi. Ma non basta.

Procedendo a balzi in questo modo, le pupille colgono solo una parte del senso di una frase.

Periodicamente devono fare un salto all’indietro per integrare il significato perduto. Leggendo un testo semplice, l’esigenza di “tornare indietro” si presenta due volte ogni cinque secondi.

Se invece si ha di fronte un’opera complessa (Liversedge ha usato i testi di Hegel), ogni cinque secondi, le due pupille tornano indietro per ben sei volte. Con una gran perdita di tempo e di concentrazione.

Queste informazioni sono estremamente preziose per organizzare strategie di scrittura efficace: testi ben strutturati, con le informazioni più importanti all’inizio sono più facilmente leggibili e comprensibili di testi organizzati senza coesione e con blocchi di testo non ben architettati. Parole ad alta frequenza, di uso quotidiano, comune, evitano inutili dispendiose interruzioni di lettura come invece accade quando usiamo parole gergali, inutili tecnicismi o forestierismi.

Quanto sono facili da leggere i tuoi testi? Hanno bisogno di una rinfrescata? Parliamone e troviamo un modo. Oppure allenati con il test serissimo sulla scrittura e gli esercizi che puoi scaricare gratuitamente.

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