Nessun divieto, restrizioni, né punizioni: le Asl del Piemonte usano solo la motivazione per chiedere ai fumatori non accendere una “bionda”: suggerimenti e vantaggi, facili e concreti. Così lontani dal cupo “vietato fumare”!
Lo trovi esposto nei corridoi e nelle sale d’attesa di ospedali e uffici pubblici piemontesi (rientra infatti nel progetto “Promozione salute Piemonte”). Il cartello colpisce subito l’occhio per quelle grandi lettere:
Il coinvolgimento è immediato, anche perché si fonda su un presupposto universale: chi non ha qualcosa da contrastare, qualcosa cui resistere nella vita? Una scocciatura, un vicino molesto, un capoufficio pesante, una fetta di torta cioccolato e panna in un regime dietetico a 800 calorie!
In ospedale, certamente, l’effetto è amplificato: resisti al piede rotto che fa male, mentre aspetti che lo ingessino; resisti al digiuno prolungato, prima di un esame diagnostico, resisti all’ansia, alla paura, all’incertezza. Andando più vicino (potenza dei ganci attenzionali!) si fa più chiaro a cosa il messaggio inviti a resistere: al fumo.
Sopra la scritta RESISTI, infatti, recita: “In questo locale è vietato fumare.”
È l’unico costrutto limitante, vera costrizione per chi ha la passione per la “paglia”. Eppure, stemperato, perché contestualizzato, dall’indicazione ambientale: “In questo locale”. Come dire: qui no, ma altrove, se proprio non puoi farne a meno… Ma attenzione: se resisti, ecco quante cose buone possono accadere: e via con una serie di eventi positivi e di vantaggi.
Lontanissimo da quel “Il fumo danneggia gravemente la salute” stampato da qualche anno sui pacchetti (che non ha abbassato di un’unità il consumo di sigarette ).
Il messaggio è costruito su basi positive: non i danni che il fumo comporta, non i rischi da cui scappare, ma i vantaggi che ottieni se lavori sulla tua forza di volontà. Al centro, dunque, solo tu. Quindi, gli obiettivi di salute verso cui tendere.
Resisti. Un invito ripetuto in crescendo ipnotico, con frasi ipotetiche che contengono comandi nascosti: resisti 2 giorni, resisti 3 mesi, resisti 1 anno, resisti 10 anni. Un personal trainer che ti sprona a far flessioni: “dai, ancora una, che ce la puoi fare!”
Resistere a che? Alla voglia di fumare: desiderio mai esplicitato, per non evocarlo. Si punta più sulla tenacia, sulla motivazione, sostenuta dal grassetto che “porta fuori” dal testo il messaggio centrale, gli dà spessore e forza e lo avvicina al lettore.
Anche le promesse di miglioramento sono in crescendo: prima solo gusto e olfatto, poi via tosse, fiato corto e fatica, fino a ridurre il rischio di pericoli seri: infarto e tumori.
In chiusura, altro crescendo, dal vicino al lontano fino a coinvolgere tutti: la salute tua e dei tuoi cari, delle persone indifese – bambini e donne in attesa – tutti.
Ancora voglia? Resisti: barriere abbassate, il messaggio comincia a far presa.
Ho scritto questo articolo per il blog di paestradellascrittura.it.