Abbiamo smesso di abbracciarci, non ci stringiamo più la mano, al limite offriamo all’altro la punta del gomito. Anche il bacio, gesto identitario dei popoli latini, oggi ci crea disagio: quel gesto che ci scambiamo con una naturalezza che lascia sempre stupefatti gli altri popoli è messo a rischio dalla pandemia di questi mesi.
Paolo Iabichino, direttore creativo, ha scritto una sorta di “vocabolario-riflessione” sulle parole che in queste settimane di emergenza Covid hanno cambiato frequenza d’uso o hanno assunto nuovi significati e sfumature: 21 parole “infettate” come noi dal virus e dal suo clima tossico.
L’approccio non è quello del linguista, ma del creativo pubblicitario, abituato a maneggiare con cura parole e immaginario, sapiente nel calibrare la delicatezza del tocco, accompagnato da 21 scatti inediti di Isabella Nenci, editor per Zanichelli, raffinata fotografa per passione.
Questo pezzo che ho scritto per Vanity Fair è l’unico al momento a non essere stato pubblicato su carta, ma solo online; lo puoi leggere qui.