Il consenso informato è un delicato momento nella relazione fra medico e paziente e così pure il documento che il paziente firma alla fine del colloquio: è la manifestazione di volontà che il paziente dà, in piena coscienza, perché siano effettuati sul suo corpo interventi invasivi ed è valido solo se, prima che il paziente firmi, il medico l’ha informato in modo esauriente su natura e sviluppi della terapia, e se il paziente ha compreso ciò che il medico ha detto.
Ecco come uno studio dentistico ha riscritto le informazioni sull’anestesia e le indicazioni post operatorie, orientandole al lettore-paziente.
Questa era la versione originale:
Anestesia: sì o no?
Il testo originale è diviso in due parti: una per spiegare cos’è l’anestesia locale, quali gli effetti collaterali, le possibili alternative; la seconda perché il cliente dichiari di aver compreso le informazioni e di consentire al medico di usare l’anestesia, quando necessario.
Il messaggio iniziale è descrittivo: spiega che l’anestesia è necessaria, potenzialmente pericolosa – a volte addirittura controindicata –, che i farmaci sono genericamente affidabili e che non ci sono alternative.
Manca, però, un adeguato accompagnamento alla scelta, vero obiettivo del consenso informato, e il testo, così com’è, spaventa, anziché orientare.Perché usare l’anestesia, se è potenzialmente dannosa?
Il testo è essenziale: desiderio di comunicare in modo efficace, che si perde però nei molti tecnicismi usati, specifici e collaterali.
I tecnicismi specifici, infatti, non sono spiegati, lasciando perplesso il lettore inesperto di medicina:
Quelli collaterali, inoltre, accentuano il gusto esoterico del linguaggio:
fino al quadro di collasso cardiocircolatorio. Ai tecnicismi medici si aggiungono nel finale quelli legali:
Se il paziente firma, lo fa perché deve o ha davvero capito? E quindi, si tratta di un consenso consapevole e quindi valido, oppure no?
Due parti anche per il testo riscritto, ma nuova la struttura.
Nel primo paragrafo, l’ordine degli argomenti, infatti, segue il modello della retorica argomentativa, utile per presentare in modo convincente un discorso. Gli aspetti positivi e rassicuranti erano del tutto trascurati nel testo originale. Qui, invece, viene sottolineato che:
Non si nascondono i possibili effetti collaterali, ma sia aiuta il paziente ad attenuare l’ansia. Prima di elencarli, inoltre, altra il medico compare nel testo e si rivolge direttamente al suo assistito:
I tecnicismi specifici sono riportati fra parentesi; al loro posto si descrive il sintomo con parole più comprensibili. E i tecnicismi collaterali sono stati eliminati, scegliendo uno stile piano e parole di uso comune. Ecco le due versioni a diretto confronto:
Il medico parla direttamente all’assistito: gli chiede di leggere prima di firmare, lo invita ad avere fiducia e, cuore di un consenso veramente informato, di segnalargli ciò che non fosse chiaro:
Efficace l’uso dei verbi modali è necessario/può: “Come tutti i farmaci, anche l’anestesia può provocare effetti indesiderati”, e dei quantificatori tutti/nessuno/alcun: il testo si fa morbido e rassicurante.
Le possibili controindicazioni sono raggruppate in un elenco puntato, di lettura più immediata e con espressioni comprensibili:
Anche la dichiarazione dell’assistito è più diretta: senza “avvocatese” (io sottoscritto, presto pertanto) e stile più semplice: sono stato informato, do il mio consenso, firmo.
Vuoi approfondire il tema della comunicazione fra medico e paziente? Puoi trovare interessanti spunti di riflessione ne Il linguaggio della salute, uno studio che ho condotto con alcuni colleghi della Palestra della scrittura, alcuni anni fa.