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Mammografiamoci

Gennaio 3, 2014

Spesso i soldi pubblici vengono spesi male. Certamente che i soldi sono finiti, che gli enti locali e le pubbliche amministrazioni abbiano mani e piedi legati quando si tratta di fare investimenti anche modesti è un dato di fatto di cui occorre tener conto. Purché non diventi un alibi.

Un bell’esempio di comunicazione efficace, di creatività e ingegno lo offre il Comune di Segrate che nel 2011 uscì con questa campagna per sostenere l’attività di prevenzione del tumore al seno attraverso lo screening alla mammella.

Lo screening gratuito è previsto dal sistema sanitario nazionale e prevede una serie di analisi di controllo per le donne che abbiano più di 50 anni.  A Segrate, però, grazie alla collaborazione dell’istituto San Raffaele (che a Segrate si trova, appunto), le donne residenti possono sottoporsi gratuitamente allo screening a partire dai 40 anni di età. Il primo esame da fare è la mammografia.

Al settore comunicazione del Comune spetta il compio di pensare a una campagna di informazione per diffondere la notizia e fare in modo che le destinatarie del messaggio lo ricevano. Altrimenti, una bella idea rimane solo quello; un’idea!

Potevano scegliere di inviare una lettera a casa di ogni donna ultra quarantenne residente a Sagrate, ma la dirigente del settore, Paola Malcangio, ha un’idea migliore: cartelloni 6×3 affissi per le strade della città e pubblicazioni su tema con questo messaggio:

Svariati elementi molto efficaci caratterizzano la campagna realizzata dal settore comunicazione del Comune di Segrate.

– Lo slogan, innanzitutto. Mammografiamoci è un claim facile: attira l’attenzione perché è un neologismo, è facile da ricordare e soprattutto unisce, raggruppa: con quell’indice referenziale “NOI”, infatti, comprende tutte le donne.

– L’immagine è coerente con il messaggio: un gruppo di giovani donne fra i 40 e i 49 anni, spogliate di vestiti e metaforicamente anche della paura di sottoporsi al test.

– La riconoscibilità: non solo “donne spogliate di vestiti e paure” ma anche donne riconoscibili.  Con un guizzo di ingegno, Paola Malcangio e con una certa dose di coraggio delle colleghe che si sono prestate all’iniziative, infatti, la campagna è stata realizzata con alcune dipendenti comunali, che per un giorno hanno posato come modelle professioniste.  E in un comune di poco più di 33 mila abitanti, le facce di ciascuna di loro era un viso noto.

La campagna è stata un grande successo, come ha confermato – dati alla mano – lo stesso San Raffaele. Certamente per Gabriella Stella, una delle modelle ritratte nella foto, che grazie all’iniziativa ha scoperto di avere un carcinoma al seno in tempo utile per sottoporsi a intervento ed essere salvata, come lei stessa racconta qui.

Il costo dell’investimento? Il parrucchiere per la messa in piega delle modelle! 😉

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